C’è un momento in cui un genitore comincia a notare qualcosa di diverso, non è facile da spiegare ma si sente come un’intuizione che nasce e cresce giorno dopo giorno. Si inizia così a ricercare spiegazioni su internet o dal pediatra, parlandone con altre mamme, rispetto a come il bambino muove le mani con movimenti ripetuti, oppure allinea oggetti sempre nello stesso ordine, oppure ancora non cerca lo sguardo o non si volta quando viene chiamato, non indica ciò che vuole e sembra vivere dentro una bolla fatta di gesti e abitudini. In questo articolo vedremo come capire se un bambino è nello spettro autistico, quali sono i segnali precoci, i sintomi e i test diagnostici principali.

Cos’è l’autismo? E perché è importante una diagnosi precoce?
L’autismo, o Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), è un disturbo del neurosviluppo, considerato uno “spettro” poiché caratterizzato da diversi livelli di difficoltà e specificità: le persone autistiche possono mostrare dunque una vasta gamma di tratti distintivi, che variano da lieve a grave.
Dato che i primi anni di vita sono cruciali per lo sviluppo del cervello, riconoscere precocemente un disturbo del neurosviluppo significa intervenire tempestivamente, attraverso terapie specifiche di tipo psicologico e neuropsicologico, educativo, logopedico, nutrizionale che possono migliorare significativamente le principali aree coinvolte: competenze comunicative, abilità sociali, autonomie personali, gestione sensoriale e benessere integrato.
Descrizione delle caratteristiche principali dell’autismo
Le caratteristiche principali dell’autismo si manifestano in vari modi, ma generalmente possono essere raggruppate in aree principali: difficoltà nella comunicazione sociale e nel mantenimento delle relazioni comportamenti ripetitivi e interessi limitati e focalizzati, difficoltà nella gestione emotiva e sensoriale, goffaggine motoria, tappe dello sviluppo anticipate o ritardate, presenza di disturbi gastrointestinali.
Un cenno sulle cause: genetiche, ambientali, neurologiche
Le cause dell’autismo sono complesse e multifattoriali, se vogliamo capire perché un bambino è nello spettro autistico dobbiamo cercare ancora tante risposte e la ricerca scientifica fa ancora passi troppo piccoli per chiarire questo tipo di funzionamento.
Sappiamo oggi che sono implicati una combinazione di fattori genetici, ambientali e neurologici che interagiscono in modi che però non sono ancora completamente compresi.

Si sono identificati numerosi geni associati al rischio di sviluppare l’autismo, ma nessun singolo gene è responsabile preso da solo.
Si ipotizza che più fattori genetici in combinazione con altri fattori, ad esempio ambientali, possano determinare se una persona svilupperà o meno l’autismo. Una ricerca dello scorso anno ha evidenziato come l’esposizione prenatale a determinati fattori ambientali, come pesticidi, microplastica, metalli pesanti e inquinamento atmosferico, possa influenzare l’aumento dei disturbi dello spettro autistico.
Vi sono anche le cause neurologiche come oggetto di intensi studi scientifici. Le ricerche hanno evidenziato diverse anomalie e disfunzioni nel sistema nervoso centrale associate all’autismo, identificando differenze strutturali nel cervello, come anomalie nel cervelletto, nel sistema limbico e nella corteccia cerebrale. Inoltre, ricerche sulla connettività cerebrale hanno mostrato un equilibrio alterato tra le reti a riposo nel cervello di individui autistici, suggerendo differenze nel modo in cui le diverse regioni cerebrali comunicano tra loro.
Un po’ di numeri
Secondo le più recenti Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità relative alla diagnosi e al trattamento del disturbo dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti, l’autismo risulta essere significativamente più frequente nei maschi rispetto alle femmine. Il rapporto stimato varia da 4:1 a 5:1, con una prevalenza generale in Italia di circa 1 bambino su 77.
A livello europeo, le percentuali variano: si passa da una prevalenza dello 0,63% in Paesi come Danimarca e Svezia, fino a raggiungere l’1,16% nel Regno Unito. Negli Stati Uniti, invece, i numeri sono in costante crescita: dal 2000, con un tasso di 0,67% (1 su 150), si è arrivati al 2,3% nel 2018 (1 su 44), fino a raggiungere nel 2020 una prevalenza del 2,8% tra i bambini di 8 anni, ovvero 1 su 36.
Quando compaiono i primi sintomi?
Per capire se un bambino è nello spettro autistico, dobbiamo sapere che i primi segnali possono iniziare a manifestarsi già tra i 12 e i 24 mesi di vita, anche se a volte diventano più evidenti con il passare del tempo. In alcuni casi, i genitori notano che il bambino non raggiunge certe abilità previste per l’età; in altri, invece, osservano una regressione di ciò che il bambino aveva già acquisito, come parole o gesti sociali.
È importante distinguere tra un ritardo nello sviluppo (che può essere transitorio o isolato) e i comportamenti caratteristici dello spettro autistico. Mentre un ritardo può riguardare una singola area (come il linguaggio), l’autismo spesso coinvolge più dimensioni contemporaneamente: difficoltà nella comunicazione verbale e non verbale, scarso interesse per le interazioni sociali, comportamenti ripetitivi o rigidi, iper- o ipo-sensibilità a suoni, luci, odori e tessuti. Questi segnali, se presenti insieme e in modo persistente, indicano la necessità di un approfondimento diagnostico per capire se un bambino è nello spettro autistico.

Segnali chiave per capire se un bambino è nello spettro autistico, cosa osservare?
Se vogliamo comprendere se un bambino è nello spettro autistico, i principali comportamenti da osservare, soprattutto nei primi anni di vita sono:
Interazione sociale
- Scarso o assente contatto visivo
- Non sorride in risposta al sorriso di un adulto
- Non mostra interesse a condividere giochi, oggetti o emozioni
- Preferisce giocare da solo anche in presenza di altri bambini
- Non risponde se chiamato con il proprio nome
Comunicazione verbale e non verbale
- Non indica con il dito ciò che vuole o ciò che attira il suo interesse
- Non utilizza gesti comuni (come salutare o battere le mani)
- Ritardo nello sviluppo del linguaggio o totale assenza di parole
- Perdita di parole o abilità già acquisite
- Difficoltà a comprendere semplici istruzioni o domande
Comportamenti ripetitivi e interessi ristretti
- Esegue movimenti ripetitivi (dondolarsi, sfarfallare con le mani, girare su se stesso)
- È molto rigido nelle routine e si agita di fronte a cambiamenti
- Ha interessi molto intensi e specifici, spesso insoliti per l’età
- Gioca in modo non convenzionale con gli oggetti (es. li allinea, li ruota)
Sensibilità sensoriale
- Reazioni insolite a suoni, luci, odori o texture
- Apparente insensibilità al dolore o al freddo
- Forte disagio in ambienti troppo rumorosi o affollati
Se noti alcuni di questi segnali, non aspettare
L’osservazione precoce può fare la differenza. Se hai dei dubbi o hai riconosciuto alcuni di questi comportamenti nel tuo bambino o in un alunno, possiamo accompagnarti in un percorso di valutazione, diagnosi e supporto personalizzato.
Siamo qui per ascoltarti e aiutarti a fare il primo passo, insieme.

Diagnosi dell’autismo: quali test esistono?
La diagnosi dell’autismo si basa su osservazioni cliniche e test standardizzati, somministrati da professionisti esperti. Qui di seguito un breve elenco dei principali strumenti utilizzati per capire se un bambino è nello spettro autistico (non è esaustivo):
- ADOS-2: osservazione diretta del comportamento, è lo strumento diagnostico più usato dai 12 mesi all’età adulta
- ADI-R: intervista approfondita ai genitori sulla storia dello sviluppo del bambino
- CARS: scala che valuta la gravità dei sintomi attraverso osservazioni e informazioni dei genitori
- M-CHAT: questionario per lo screening precoce nei bambini tra i 16 e i 30 mesi
- RAADS-R: test per adulti con sospetto di autismo ad alto funzionamento o sindrome di Asperger
La diagnosi va sempre fatta da uno specialista, all’interno di un percorso clinico strutturato.
L’importanza della diagnosi differenziale e delle doppie diagnosi
Quando si osservano segnali che possono far pensare all’autismo, è fondamentale effettuare una diagnosi differenziale, questo perché spesso le neurodivergenze possono confondersi tra loro e altresì frequentemente non si presentano con un’unica diagnosi.
È comune che bambini e ragazzi autistici abbiano una combinazione di caratteristiche che portano a più diagnosi, come ADHD, disturbi dell’apprendimento, plusdotazione intellettiva, sindrome di Tourette, PANS-PANDAS, condizioni mediche non ancora diagnosticate. Questo significa che ogni mente funziona in modo unico e complesso e riconoscere tutte le componenti aiuta a costruire un percorso di supporto più efficace, personalizzato e rispettoso dell’identità del bambino.
Fare una diagnosi differenziale accurata significa evitare diagnosi errate o incomplete e permette di costruire un intervento realmente su misura. Intervenire presto, con una visione chiara e approfondita, vuol dire massimizzare le possibilità di sviluppo, apprendimento e benessere integrato, sia per il bambino che per la sua famiglia.

Quali trattamenti e interventi per bambini autistici?
Oggi, i trattamenti per i bambini nello spettro sono sempre più integrati e personalizzati. Non esiste un approccio unico che funzioni per tutti, poiché ogni bambino ha bisogni diversi, ed è quindi fondamentale costruire un percorso su misura. I trattamenti più efficaci combinano approcci psicoeducativi, comportamentali, comunicativi e sensoriali, coinvolgendo anche la famiglia e la scuola.
Terapie
Quando si parla di autismo in età infantile, l’obiettivo principale degli interventi non è “curare”, ma favorire lo sviluppo, il benessere e l’autonomia del bambino, rispettando il suo modo unico di percepire e vivere il mondo.
Esistono oggi diverse tipologie di trattamento, spesso combinate tra loro in base ai bisogni specifici del bambino e della sua famiglia.
Ci sono approcci più relazionali e affettivi, che promuovono lo sviluppo delle capacità socio-emotive attraverso il gioco condiviso con adulti significativi; il parent training, ovvero percorsi formativi per genitori che forniscono strumenti concreti per capire meglio il proprio bambino, comunicare con lui e gestire con maggiore serenità la vita quotidiana.
Molti bambini traggono beneficio anche da terapie occupazionali, mirate a migliorare la coordinazione, l’autonomia e la regolazione sensoriale; oppure dalla logopedia, per potenziare la comunicazione verbale o alternativa. I
l supporto psicoeducativo a scuola e la presenza di insegnanti e educatori formati sono fondamentali per creare un ambiente di apprendimento inclusivo e stimolante.
Infine, sempre più realtà stanno promuovendo gruppi di socializzazione per bambini neurodivergenti, spazi protetti dove i piccoli possono costruire relazioni in modo spontaneo, senza pressioni a “comportarsi come i neurotipici”.

L’importanza della nutrizione
Un altro aspetto che sta guadagnando sempre più attenzione è l’influenza della dieta nel trattamento dell’autismo, il legame tra microbioma intestinale e disturbi dello spettro autistico (ASD) è un campo di ricerca in espansione, con studi che suggeriscono un ruolo significativo dell’asse intestino-cervello nel modulare i sintomi autistici. Numerosi studi hanno evidenziato differenze nella composizione del microbiota intestinale tra individui con ASD e neurotipici. Queste alterazioni potrebbero influenzare la neuroinfiammazione, la permeabilità intestinale e la produzione di metaboliti neuroattivi, contribuendo ai sintomi dell’autismo.
L’approccio più efficace è quello che integra diverse strategie, adattandole alle necessità del bambino e lavorando insieme alla famiglia, alla scuola e ai professionisti. Questo supporto completo permette al bambino di sviluppare al meglio le proprie potenzialità in ogni area del suo sviluppo.

Supporto educativo e scolastico
La scuola può diventare un luogo di crescita sereno se accompagnata da un adeguato supporto educativo. Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) è uno strumento fondamentale che viene costruito insieme ai genitori, agli insegnanti e agli specialisti, per definire obiettivi e strategie su misura per i bambini e ragazzi nello spettro. Una scuola attenta, collaborativa e inclusiva può davvero fare la differenza nel percorso di ogni bambino, ne parliamo bene in questo articolo. Nel contesto scolastico, supportare efficacemente gli alunni nello spettro autistico richiede una progettazione educativa attenta e condivisa. Il ruolo degli insegnanti è centrale nel promuovere l’inclusione, ma è altrettanto essenziale la collaborazione di tutto il consiglio di classe per costruire un ambiente scolastico realmente accogliente e accessibile a tutti.
Supporto per i genitori di bambini autistici
Ricevere una diagnosi di autismo per il proprio figlio è un momento che può cambiare profondamente la vita di una famiglia. Le emozioni che si susseguono – confusione, paura, speranza, determinazione – sono intense, e spesso si ha la sensazione di dover affrontare tutto da soli. Ma non è così. Oggi esistono percorsi, strumenti e realtà professionali che possono fare la differenza, a partire proprio dal sostegno dedicato ai genitori. Negli ultimi anni la consapevolezza attorno all’autismo è cresciuta moltissimo.

Associazioni
Sono nate numerose Associazioni di genitori, come ANGSA, Gruppo Asperger Onlus, etc, o Associazioni fondate da specialisti del campo, come Aspergeronline, SpazioAsperger, che offrono uno spazio di condivisione, informazione e mutuo aiuto. Queste realtà sono fondamentali perché creano rete e sostengono le famiglie anche nei momenti più difficili.
Centri privati
Accanto a queste preziose risorse, è altrettanto importante poter contare su un supporto psicologico specializzato, in grado di guidare la famiglia in un percorso su misura, centrato sulle esigenze reali del bambino e dell’intero sistema familiare. Ed è proprio qui che entra in gioco il nostro lavoro. Nel nostro studio Frame ci prendiamo cura delle famiglie che vivono la realtà delle neurodivergenze con un approccio integrato, umano e personalizzato, sia in presenza che da remoto. Seguiamo storie di vita in Italia e nel mondo, aiutando italiani all’estero che non riescono a trovare un adeguato supporto per sé e i propri figli. Ci rivolgiamo ai genitori non solo come “caregiver”, ma come persone, con i loro vissuti, le loro domande, e il bisogno concreto di strumenti per affrontare la quotidianità con maggiore serenità.
Risorse esterne per approfondire
Disturbi Gastrointestinali nei ASD di Anna Maria Angelilli
Microbiota intestinale e autismo. Una revisione integrativa della letteratura 2023