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Bambini plusdotati: come riconoscerli e sostenerli al meglio

Indice dei contenuti

La scoperta e il riconoscimento dei bambini plusdotati è un tema di crescente rilevanza nel campo dell’educazione. Questi bambini, caratterizzati da un’intelligenza superiore alla media, non solo necessitano di stimoli adeguati, ma richiedono anche un supporto educativo che permetta loro di sviluppare appieno il loro potenziale. Tuttavia, riconoscere e comprendere le loro esigenze non è sempre semplice, poiché spesso questi bambini non si distinguono in modo evidente. Le loro capacità intellettive superiori possono manifestarsi in modi diversi e non sempre sono accompagnate da un comportamento che li faccia risaltare in modo immediato.

In questo contesto, è fondamentale che insegnanti, genitori e professionisti dell’educazione imparino a identificare segnali precoci e adottare strategie didattiche personalizzate. In questo articolo esploreremo chi sono i bambini plusdotati, come riconoscerli e quali strumenti e metodologie possono essere utili per aiutarli a crescere in un ambiente che valorizzi e sviluppi al meglio il loro talento.

Parleremo inoltre di doppia eccezionalità, una condizione che riguarda i bambini che, pur possedendo abilità intellettive superiori alla media, si trovano anche a fronteggiare difficoltà significative, come disturbi dell’apprendimento, ADHD o altre problematiche. Questi bambini, infatti, presentano simultaneamente capacità eccezionali in alcune aree e sfide in altre, creando un quadro complesso che può essere difficile da comprendere e gestire.

Chi sono i bambini plusdotati?

In tutto il mondo i termini Plusdotazione, Alto Potenziale Cognitivo (APC) e Giftedness sono sinonimi e si riferiscono alla presenza di un quoziente intellettivo (QI) maggiore di 130 punti. Solo in Italia, alcuni professionisti distinguono da sempre APC (QI tra 120 e 129) e plusdotazione (QI superiore a 130) ma noi qui ci atterremo alla prospettiva mondiale. 

Ricordiamo bene, durante tutta la lettura dell’articolo che la plusdotazione non è il QI. Come spiega bene Giovanni Galli dobbiamo considerare tutti gli aspetti che compongono l’intelligenza (non solo il prodotto finale definito dal numerino), e di come questi aspetti influenzano gli aspetti emotivi, relazionali e sociali della persona gifted, e dunque come il funzionamento dell’intelligenza si declina nella pratica quotidiana delle persone Plusdotate.

Segnali precoci in età prescolare

Riconoscere un bambino plusdotato fin dai primi anni di vita è fondamentale per offrirgli il supporto e le opportunità educative più adatte. Sebbene ogni bambino abbia il proprio ritmo di sviluppo, esistono alcuni segnali precoci che possono indicare un’intelligenza superiore alla media, anche in età prescolare. Questi segnali riguardano principalmente l’abilità cognitiva, il linguaggio, la curiosità e le modalità di apprendimento.

6 segnali di plusdotazione

  1. Sviluppo linguistico avanzato: I bambini plusdotati tendono a sviluppare il linguaggio in modo rapido e fluido, spesso parlando in frasi complete già a pochi anni. Potrebbero mostrare una maggiore ricchezza di vocabolario rispetto ai coetanei e una comprensione avanzata di concetti complessi per la loro età.
  2. Capacità di concentrazione e attenzione: Sebbene i bambini piccoli abbiano generalmente brevi periodi di attenzione, i bambini plusdotati possono essere in grado di concentrarsi per periodi più lunghi, soprattutto su attività che li stimolano intellettualmente, come puzzle, giochi di costruzione o libri.
  3. Memoria eccezionale: I bambini plusdotati possono avere una memoria particolarmente vivida e precisa. Possono ricordare dettagli di eventi accaduti anche mesi prima e dimostrare una sorprendente capacità di apprendere rapidamente nuovi concetti.
  4. Soluzione di problemi avanzata: Un altro segnale precoce è la capacità di risolvere problemi o affrontare situazioni difficili in modo creativo e autonomo. Ad esempio, un bambino plusdotato potrebbe essere in grado di completare puzzle complessi con facilità o trovare soluzioni originali a situazioni quotidiane.
  5. Interessi specializzati e intensi: A volte i bambini plusdotati sviluppano interessi molto focalizzati su determinati argomenti fin da piccoli, come la scienza, la matematica, la musica o la lettura. La passione per un argomento specifico può diventare molto intensa e duratura, a differenza dei coetanei che tendono ad avere interessi più variabili.
  6. Sensibilità emotiva: Anche se non sempre viene riconosciuto come tale, molti bambini plusdotati mostrano una maggiore sensibilità emotiva, comprendendo concetti complessi legati agli altri, al mondo e alle emozioni, e a volte vivendo le situazioni in modo più intenso.

Riconoscere questi segnali fin dall’età prescolare aiuta a garantire che il bambino riceva l’attenzione e gli stimoli adeguati per crescere e svilupparsi in modo equilibrato.

Le difficoltà della plusdotazione

Piccolo impala tra impala

I bambini e poi le persone ad alto potenziale, vivono anche una serie di fatiche e difficoltà:

Miti e stereotipi sui bambini plusdotati

Quando si parla di bambini plusdotati, spesso si incontrano numerosi miti e stereotipi che influenzano il modo in cui vengono percepiti e supportati.

Miti

Uno dei miti più comuni è che i bambini plusdotati non abbiano bisogno di supporto. Poiché sono visti come bambini che imparano facilmente e rapidamente, si tende a pensare che non abbiano difficoltà o necessitino di aiuto. In realtà, anche i bambini più dotati possono avere difficoltà, specialmente se non trovano sfide adeguate al loro livello. La noia o la frustrazione per la mancanza di stimoli può portare a un rendimento inferiore rispetto al loro potenziale. Inoltre, molti di loro potrebbero nascondere o mascherare le proprie difficoltà per paura di essere giudicati come “diversi” dagli altri compagni.

Poi, c’è il mito che i bambini plusdotati non abbiano bisogno di una formazione differenziata, poiché sono “già avanti”. Questo può portarli a essere trascurati nel loro percorso educativo, rischiando di non ricevere l’attenzione necessaria per sviluppare il loro potenziale al massimo. L’educazione per i bambini plusdotati deve essere adattata alle loro necessità, con attività e sfide che stimolino il loro pensiero creativo e critico.

Stereotipi

Uno stereotipo diffuso è che i bambini plusdotati siano sempre socialmente competenti e “perfetti”. In realtà, molti di questi bambini possono affrontare difficoltà nelle interazioni sociali, soprattutto se percepiscono gli altri come meno interessanti o stimolanti. La loro elevata sensibilità e capacità di pensiero critico può renderli inclini alla solitudine o a problemi di adattamento in contesti sociali, dove spesso non trovano pari in termini di interessi o livello di intelligenza.

Inoltre, c’è una convinzione che tutti i bambini plusdotati siano eccellenti in tutte le aree del sapere. In realtà, un bambino dotato potrebbe essere particolarmente talentuoso in una materia, come la matematica o la lettura, ma non necessariamente in altre. La plusdotazione non implica competenza universale, ma piuttosto una particolare propensione e capacità in certi ambiti.

Per creare un ambiente favorevole per i bambini plusdotati, è essenziale sfatare tutti questi miti e stereotipi e riconoscere la loro unicità. Ogni bambino dotato merita strategie didattiche inclusive e personalizzate che tengano conto non solo delle sue capacità intellettive superiori, ma anche delle sue necessità emotive e sociali.

Lampadina accesa tra lampadine spente: unicità

Plusdotazione e comorbilità

Anche se i bambini plusdotati hanno capacità cognitive superiori, è importante riconoscere che, in alcuni casi, possono presentare comorbilità, ovvero disturbi o condizioni che coesistono con la loro dotazione intellettiva. Questi disturbi possono interferire con il loro sviluppo o con il loro adattamento sociale ed emotivo, e spesso vengono trascurati o mal interpretati proprio a causa della loro intelligenza superiore.

La comorbilità tra plusdotazione e altri disturbi è una realtà complessa, che richiede un’accurata valutazione da parte di esperti. Qui segnaliamo le più comuni.

Comorbilità con altre Neurodivergenze

Disturbi dell’apprendimento (DSA): Nonostante abbiano un’intelligenza superiore, i bambini plusdotati possono presentare difficoltà specifiche nell’apprendimento di alcune aree, come la lettura (dislessia), la scrittura (disortografia) o il calcolo (discalculia). Questi disturbi non sono legati a una bassa capacità intellettiva, ma piuttosto a difficoltà specifiche nel processamento delle informazioni in determinate aree.

Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD): Molti bambini plusdotati manifestano anche sintomi di ADHD, come difficoltà a concentrarsi o un comportamento iperattivo. Questo può essere causato dalla noia, poiché non trovano sufficienti stimoli cognitivi nelle attività scolastiche e quotidiane. La combinazione di ADHD e plusdotazione può essere difficile da diagnosticare, poiché le alte capacità intellettive possono mascherare i sintomi del disturbo.

Asperger: la sindrome di Asperger, che fa parte dello spettro autistico, è un’altra condizione che può coesistere con la plusdotazione. I bambini con questa sindrome tendono a presentare abilità cognitive superiori, ma possono avere difficoltà nelle interazioni sociali e nella comunicazione non verbale, il che può complicare ulteriormente il loro adattamento sociale.

Comorbilità con altre diagnosi

Disturbi dell’ansia: I bambini plusdotati, a causa della loro sensibilità emotiva e della loro consapevolezza precoce dei problemi complessi, possono sviluppare ansia, stress e preoccupazioni eccessive. Questa ansia può essere legata alla pressione di dover soddisfare aspettative molto alte, sia proprie che degli altri, o alla difficoltà di adattarsi ai coetanei.

Depressione: In alcuni casi, i bambini plusdotati possono manifestare sintomi di depressione. La loro percezione acuta delle disparità tra se stessi e gli altri bambini può portare a un senso di isolamento o frustrazione. Possono sentirsi “diversi” o incompresi, sia da adulti che da coetanei, il che può favorire sentimenti di tristezza e disconnessione.

Disturbi dell’umore: Al di là dell’ansia e della depressione, i bambini plusdotati possono manifestare altri disturbi dell’umore, come irritabilità o sbalzi d’umore, legati spesso alla difficoltà di adattamento al contesto scolastico o familiare. La gestione di emozioni intense può risultare complessa, soprattutto se il bambino non trova un adeguato supporto.

È essenziale che insegnanti, genitori e professionisti dell’educazione siano consapevoli di queste possibili dfficoltà, per garantire che i bambini plusdotati ricevano il supporto adeguato non solo per sviluppare le loro capacità intellettive, ma anche per affrontare le sfide emotive e sociali che possono derivare dalle loro caratteristiche uniche.

Quali test si utilizzano per valutare bambini plusdotati e doppia eccezionalità?

La valutazione completa per una psicodiagnosi completa comprende:

Nella valutazione della plusdotazione e della doppia eccezionalità, vengono utilizzati diversi test psicometrici per ottenere una visione chiara delle capacità cognitive, emotive e comportamentali del bambino. I test scelti dipendono dall’età del bambino, dalla specificità dei suoi bisogni e dai focus della valutazione (intelligenza, ADHD, difficoltà emotive, ecc.). Ecco i principali strumenti di valutazione utilizzati nel nostro studio:

Test di intelligenza:

WISC-V (Wechsler Intelligence Scale for Children – Quinta Edizione): Questo è uno degli strumenti più comuni per la valutazione dell’intelligenza nei bambini dai 6 ai 16 anni. Il WISC-V misura diversi fattori cognitivi, come la comprensione verbale, il ragionamento fluido, la memoria di lavoro, la velocità di elaborazione e le abilità spaziali. I punteggi ottenuti in queste diverse aree vengono poi utilizzati per calcolare il Quoziente Intellettivo (QI) globale, permettendo di identificare eventuali punteggi significativamente superiori alla media, che potrebbero indicare una plusdotazione.

Test per disturbi dell’apprendimento e ADHD:

Quando è presente una sospetta comorbilità come l’ADHD o disturbi dell’apprendimento (DSA), vengono utilizzati test specifici per identificare difficoltà in aree particolari.

Conners 3 (Conners’ Rating Scales – Third Edition): Questo strumento è utilizzato per la valutazione di ADHD nei bambini e negli adolescenti. Include questionari rivolti a genitori, insegnanti e ad altri adulti significativi per raccogliere informazioni sul comportamento del bambino, sull’attenzione, sull’impulsività e sull’iperattività.

Per diagnosticare disturbi specifici come la dislessia, la disortografia o la discalculia, vengono somministrati test standardizzati come il BVS (Batteria di valutazione della scrittura) e il BAT (Batteria di Analisi del Testo) per la lettura.

Per indagare la memoria di lavoro e la velocità di elaborazione, vengono utilizzati test come il Digit Span o il Corsi Block Tapping Test, che valutano la capacità del bambino di mantenere e manipolare informazioni durante un compito.

Test per la valutazione emotiva e comportamentale:

Quando si sospettano difficoltà emotive come ansiadepressione o problemi relazionali, vengono utilizzati strumenti per esplorare le dimensioni emotive e sociali del bambino.

  • CBCL (Child Behavior Checklist): È un questionario molto usato per raccogliere informazioni sui comportamenti del bambino, fornendo una panoramica delle sue emozioni e difficoltà comportamentali in vari contesti, come a casa e a scuola. Aiuta a identificare eventuali disturbi dell’umore, ansia, aggressività o difficoltà sociali.
  • YSR (Youth Self-Report): Utilizzato per raccogliere dati direttamente dal bambino (in età più grande) riguardo alle sue percezioni e esperienze emotive, in particolare per identificare problemi relazionali o internalizzati come ansia e depressione.
  • TAT (Thematic Apperception Test): Un test proiettivo che viene utilizzato per esplorare le emozioni, le dinamiche sociali e le problematiche psicologiche attraverso la narrazione di storie basate su immagini ambigue. È utile per comprendere le difficoltà emotive o sociali del bambino.
  • MMPI-A (Minnesota Multiphasic Personality Inventory – Adolescent version) è un test psicologico progettato specificamente per adolescenti (dai 14 ai 18 anni) al fine di valutare la personalità e i disturbi psicologici. È una versione adattata dell’MMPI, uno dei test più utilizzati per la valutazione psicologica adulta, ma modificato per essere più appropriato per l’età adolescenziale. Questo strumento è impiegato in contesti clinici, psicodiagnostici e di consulenza, e fornisce informazioni utili su diversi aspetti psicologici e comportamentali.

Test neuropsicologici:

In caso di sospetti legati a disturbi specifici o difficoltà nei processi cognitivi, vengono somministrati test neuropsicologici per valutare in dettaglio le funzioni cerebrali superiori.

NEPSY-II (Neuropsychological Assessment of Children): Questo test misura varie funzioni neuropsicologiche nei bambini (fino ai 16 anni), come la memoria, il linguaggio, l’attenzione, le funzioni motorie e le capacità esecutive. È utile per identificare disfunzioni in specifiche aree cerebrali, soprattutto in bambini con disturbi dell’apprendimento o con ADHD.

Bender Gestalt Test: Utilizzato per valutare le capacità di percezione visiva, la coordinazione motoria e la gestione dello spazio. Può essere utile anche per identificare eventuali difficoltà legate a disabilità visuo-spaziali.

Osservazione diretta:

Oltre ai test standardizzati, l’osservazione diretta in contesti diversi (scuola, casa, giochi) è fondamentale per avere una visione completa delle difficoltà relazionali e comportamentali. L’osservazione permette di comprendere come il bambino interagisce con l’ambiente e con gli altri, fornendo informazioni vitali per la valutazione.

La combinazione di questi test permette una valutazione complessiva e approfondita delle capacità cognitive e delle difficoltà comportamentali, emotive o di apprendimento.

Il nostro approccio multidisciplinare, che integra diverse metodologie diagnostiche, è fondamentale per identificare correttamente situazioni di doppia eccezionalità e per progettare interventi personalizzati che favoriscano lo sviluppo ottimale del bambino, sia sul piano cognitivo che socio-emotivo.

Bambini che studiano in mezzo ai prati

Come supportare un bambino plusdotato?

Supportare alunni gifted richiede un approccio personalizzato, che risponda alle loro esigenze intellettuali, emotive e sociali ma anche strategie didattiche per alunni plusdotati.

Ecco alcune linee guida sintetiche:

  1. Stimolazione intellettuale: Offrire attività che sfidano e stimolano il suo sviluppo cognitivo, come giochi complessi, letture avanzate o progetti creativi. È importante non limitarsi ai contenuti scolastici standard, ma arricchirli con esperienze diverse.
  2. Adattamento didattico: Includere strategie di insegnamento differenziato per evitare la noia e favorire il coinvolgimento, come compiti più difficili o attività che sviluppano capacità di problem-solving.
  3. Supporto emotivo: Aiutare il bambino a gestire la solitudine o la frustrazione che può derivare dalla sua sensibilità o dalla difficoltà di relazionarsi con i coetanei. È essenziale creare uno spazio sicuro dove possa esprimere le sue emozioni.
  4. Sviluppo sociale: Incoraggiare la partecipazione a gruppi di interesse, attività extracurricolari o incontri con altri bambini con interessi simili, per stimolare la socializzazione e il senso di appartenenza.
  5. Comunicazione con la scuola: Lavorare a stretto contatto con insegnanti e psicologi scolastici per adattare l’ambiente educativo alle sue necessità e prevenire il rischio di sottoutilizzo del potenziale.
  6. Equilibrio e benessere: Assicurarsi che il bambino abbia tempo per attività fisiche, giochi e momenti di svago per evitare stress e favorire un sano sviluppo.

In sintesi, un supporto equilibrato che riconosca le sue capacità ma anche i suoi bisogni emotivi e sociali è fondamentale.

Domande più comuni sulla plusdotazione

Perché i bambini plusdotati sono spesso sottovalutati?
A volte, a causa della mancanza di sfide adeguate nel contesto scolastico o sociale, un bambino plusdotato può sembrare poco impegnato o disinteressato, suscitando l’idea che non abbia bisogno di supporto. Inoltre, alcune difficoltà emotive o comportamentali legate alla loro ipersensibilità possono essere ignorate.

Quali sono le principali difficoltà che un bambino plusdotato può affrontare?

  • Solitudine e isolamento: Può avere difficoltà a relazionarsi con i coetanei a causa della differenza di interessi e capacità.
  • Bassa tolleranza alla frustrazione: Essendo abituati a risolvere i problemi rapidamente, potrebbero reagire con frustrazione quando incontrano difficoltà.
  • Sottoutilizzo delle proprie capacità: Se non stimolato adeguatamente, il bambino può annoiarsi o diventare demotivato.

Come posso supportare un bambino plusdotato a scuola?
È fondamentale collaborare con gli insegnanti per adattare il programma educativo, includendo attività stimolanti e avanzate. In alcuni casi, potrebbero essere necessarie modifiche nel curriculum o l’introduzione di attività extra-scolastiche che lo mettano alla prova.

I bambini plusdotati hanno bisogno di supporto emotivo?
Sì, poiché la plusdotazione può essere accompagnata da una maggiore sensibilità emotiva. Supportarli nel riconoscere e gestire le proprie emozioni, senza minimizzare le difficoltà che potrebbero provare, è essenziale per il loro benessere.

Un bambino plusdotato può avere difficoltà scolastiche?
Sì, se non adeguatamente supportato. A volte, se il programma scolastico non è abbastanza stimolante, il bambino può diventare disinteressato o non impegnarsi, dando l’impressione di avere difficoltà quando in realtà sarebbe in grado di fare molto di più.

Come posso favorire lo sviluppo sociale di un bambino plusdotato?
Incoraggiare il bambino a partecipare a gruppi o attività extracurricolari dove può incontrare altri bambini con interessi simili. Questo aiuta a sviluppare le competenze sociali e a ridurre il senso di isolamento.

La plusdotazione può essere diagnostica?
Sì, esistono test psicologici che possono valutare il livello di intelligenza e le abilità specifiche di un bambino, anche se la diagnosi formale di “plusdotazione” non è sempre necessaria per intervenire.

I bambini plusdotati sono tutti uguali?
No, ogni bambino plusdotato è unico. La plusdotazione può manifestarsi in vari modi e non tutti i bambini plusdotati sono interessati alle stesse cose o hanno gli stessi punti di forza. Il supporto deve essere personalizzato in base alle sue esigenze specifiche.

Conclusione

Riconoscere e supportare i bambini plusdotati è essenziale per permettere loro di esprimere appieno il loro potenziale, evitando che restino sottovalutati o non stimolati. Questi bambini, grazie alle loro capacità cognitive e creatività superiori, possono fare enormi progressi se supportati da un ambiente che risponde alle loro esigenze intellettuali ed emotive. È fondamentale che genitori ed educatori siano consapevoli delle sfide che possono incontrare e siano pronti a intervenire con strategie personalizzate, che favoriscano la loro crescita equilibrata e il benessere psicologico.

Per garantire un adeguato sostegno, è importante informarsi e approfondire le caratteristiche dei bambini gifted, utilizzando risorse utili che possano guidare il percorso educativo e affettivo. In questo modo, possiamo offrire loro un ambiente ricco di opportunità e di supporto, aiutandoli a svilupparsi in modo sano e soddisfacente.