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ADHD nelle donne: test e iter diagnostico

Indice dei contenuti

Negli ultimi anni, stiamo assistendo ad una crescente attenzione verso il riconoscimento dell’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) nelle donne adulte. Tuttavia, la possibilità di procedere con una buona diagnosi rappresenta spesso un passaggio complesso per molte di loro.

Molte donne che ci chiedono aiuto condividono con noi difficoltà come, ad esempio, il non sapere esattamente a quale professionista rivolgersi, oppure il non sapere quale sia l’iter specifico necessario, tempistiche, durata, ecc.

In questo articolo, esploreremo come riconoscere i segnali di ADHD nelle donne adulte attraverso un iter diagnostico specifico e molto ben focalizzato, orientato a migliorare la qualità di vita delle persone. 

Chi fa la diagnosi di ADHD

E’ fondamentale che il percorso di diagnosi di ADHD e la somministrazione dei test sia svolto con la guida di un professionista sanitario esperto in questo ambito specifico, sia nel caso in cui il percorso diagnostico avvenga tramite servizio pubblico, sia nel caso in cui avvenga privatamente.

In particolare, per quanto riguarda il percorso diagnostico rivolto a bambini e adolescenti si può fare riferimento ad un Neuropsichiatra Infantile, oppure ad uno Psicologo clinico, Psicoterapeuta oppure Neuropsicologo esperto in ADHD e in Neurodivergenze.

Per quanto riguarda, invece,  il percorso diagnostico rivolto ad adulti e giovani adulti (dai 18 anni in su) ci si può rivolgere ad uno Psichiatra, oppure ad uno Psicologo clinico, Psicoterapeuta oppure Neuropsicologo esperto in ADHD, ADHD femminile e Neurodivergenze

In Studio Frame siamo esperte nella diagnosi e nel trattamento dell’ADHD di bambini, adolescenti, giovani adulti e adulti e Neurodivergenze.

Iter diagnostico 

Il percorso diagnostico rivolto a donne adulte ADHD comprende una valutazione approfondita e specializzata, che include diversi passaggi.

Per quello che è il nostro modo di procedere, l’iter diagnostico e la somministrazione dei test specifici per ADHD è condotto e guidato da una professionista esperta e specializzata e richiede circa 4/6 colloqui individuali di 60 minuti circa ed eventualmente 1 colloquio con un membro della famiglia (solo con il consenso della persona).

Dal momento in cui viene concordato l’inizio del percorso, l’iter diagnostico può essere svolto completamente in presenza in studio (concordando le date insieme alla persona in base alle disponibilità specifiche), oppure in modalità ibrida (sia online/sia in presenza).

Alcuni test, infatti, possono essere somministrati anche online, mentre altri richiedono necessariamente la presenza fisica in studio.

In particolare, l’iter diagnostico è composto da:

  1. Colloqui clinici 
  2. Questionari e test psicologici, neuropsicologici e cognitivi per raccogliere informazioni sul comportamento, sullo stato emotivo e sul funzionamento cognitivo (memoria, organizzazione, ecc)
  3. Valutazione dei sintomi rispetto ai criteri diagnostici definiti nel manuale diagnostico DSM-V
  4. Valutazione di eventuali comorbilità
  5. Restituzione: un incontro finale (successivamente ai precedenti 4/6 colloqui di valutazione) in cui viene condiviso quanto emerso e viene consegnata la relazione scritta finale. In questo incontro finale di restituzione, potrebbe essere proposto un eventuale percorso di trattamento e/o di potenziamento alla donna adulta ADHD, individuale e/o di gruppo, anche al fine di individuare strategie concrete per la gestione delle difficoltà quotidiane, per aumentare e migliorare sempre di più il benessere e la qualità di vita della persona

Quali TEST per la diagnosi ADHD

Quali sono i test specifici che vengono somministrati per la valutazione ADHD in persone e donne adulte?

Vi indico qui di seguito un elenco di test che nel nostro Studio di Psicologia Frame siamo specializzate ad utilizzare in modo integrato e focalizzato:

ASRS (Symptom Checklist Self-Assessment Scale for Adult)

Questionario di screening per approfondire una eventuale sintomatologia ADHD presente nel momento attuale di vita della persona

WURS (Wender Utah Rating Scale)

Questionario di screening per esplorare e indagare in modo approfondito eventuali indicatori di ADHD presenti già nell’infanzia

DIVA (Diagnostic Interview for ADHD in adults)

Intervista e Test ufficiale per valutare un’eventuale diagnosi di ADHD che esplora sia l’età adulta che l’infanzia (questa intervista può richiedere o beneficiare dell’intervento o della collaborazione di un familiare, sempre e solo con il consenso della persona, per esplorare le domande sull’infanzia)

BROWN ADD Scale (Brown Attention-Deficit Disorder Scales)

Scala autosomministrata per valutare un’eventuale sintomatologia ADHD nella vita attuale, con un focus specifico sull’attenzione

BIS-11 (Barratt Impulsiveness Scale)

Importante per valutare sintomi di iperattività

WAIS-V (Wechsler Adult Intelligence Scale – Revised)

Per valutare funzionamento cognitivo, Quoziente Intellettivo (Q.I.) della persona e per ricavare informazioni utili sulle modalità preferenziali di ragionamento e di problem-solving

DERS (Difficulties in Emotion Regulation Scale)

Scala che viene utilizzata se dovessero emergere difficoltà importanti nella regolazione e gestione delle emozioni della persona adulta ADHD

MMPI (Minnesota Multiphasic Personality)

Questionario e test di personalità, per indagare in modo approfondito e preciso una buona diagnosi differenziale in base alla storia di vita e unicità della persona 

SCL90 (Symptom Check List) oppure SCID-5-CV (intervista clinica strutturata per i disturbi del DSM -5)

Eventuali altre scale generiche di valutazione della personalità

Quando si tratta di diagnosticare un’eventuale presenza di ADHD in persone e donne adulte è fondamentale comprendere che non esiste un singolo test che possa fornire una risposta definitiva e precisa.

La valutazione dell’ADHD, infatti, richiede un approccio integrato e specializzato, che consideri una varietà di test psicologici, interviste cliniche e osservazioni precise. 

E’ molto importante che il/la professionista a cui si sceglie di fare riferimento in un percorso di diagnosi e di scoperta personale così importante e delicato, abbia una specializzazione, una formazione e una competenza specifica, non solo per quanto riguarda la somministrazione e la codifica dei diversi test specifici per l’ADHD femminile, ma anche nell’interpretazione dei risultati in modo integrato.

Questo è un punto cruciale per ottenere una diagnosi accurata, per non disperdere risorse e per sviluppare un piano di trattamento mirato per l’unicità di ogni donna.

Importanza della diagnosi differenziale e comorbilità

La diagnosi differenziale e la presenza di eventuali comorbilità sono due punti fondamentali nel riconoscere l’ADHD nelle donne adulte, un disturbo che sappiamo essere spesso sotto-diagnosticato o frainteso tanto che possiamo parlare di un mondo sommerso di donne ADHD non diagnosticate.

Saper condurre un’ottima diagnosi differenziale e riscontrare eventuali comorbilità è compito del professionista a cui ci si rivolge per un eventuale approfondimento diagnostico per valutare l’ipotesi di ADHD in una donna adulta.

L’eventuale presenza di comorbilità in donne adulte ADHD si può riferire alla possibile presenza di altri aspetti psicologici che possono coesistere con la presenza di ADHD.

I sintomi di ADHD nelle donne adulte, infatti, tendono molto spesso a manifestarsi in maniera più “sottile” rispetto agli uomini, come ad esempio: difficoltà nelle relazioni interpersonali, disorganizzazione, difficoltà a gestire tempo e spazio, tendenza all’ansia o alla depressione.

Talvolta, può essere presente anche un quadro di plusdotazione cognitiva o di ipersensibilità sensoriale in comorbilità con ADHD.

E’ molto importante rivolgersi ad un/una professionista esperto/a in ADHD femminile e Neurodivergenze per valutare eventuali aspetti che potrebbero coesistere con l’ADHD.

Un percorso che tenga conto di una diagnosi differenziale accurata è quindi essenziale per evitare errori di valutazione, per individuare la presenza di eventuali altri aspetti come ansia, depressione o difficoltà nel sonno e per poter impostare al meglio un percorso di supporto e terapia che sia il più preciso e focalizzato possibile. 

Valutare la presenza di eventuali comorbilità in donne adulte ADHD all’interno dell’iter diagnostico è  particolarmente rilevante, dato che può influire sulla qualità della vita della persona a 360 gradi. 

Un approccio all’iter diagnostico olistico e completo permette di sviluppare strategie terapeutiche ancora più efficaci, aiutando a migliorare il benessere psicologico e funzionale della donna adulta ADHD. 

Il focus sul genere nell’interpretazione dei test 

L’interpretazione dei test per l’ADHD nelle donne adulte richiede un’attenzione specifica al focus di genere, poiché le manifestazioni e i sintomi dell’ADHD femminile possono differire significativamente da quello maschile. 

Spesso, inoltre, sappiamo che i test standardizzati per l’ADHD non tengono conto delle specificità di genere.

Considerando che le donne adulte ADHD possono sviluppare strategie di coping, come l’eccessivo perfezionismo o il mascheramento (masking), una diagnosi precoce potrebbe essere più difficile da effettuare, se non da parte di professionisti con esperienza in questo ambito specifico.

E’ essenziale quindi un’interpretazione dei test che consideri non solo i criteri diagnostici tradizionali, ma anche il contesto sociale e culturale in cui le donne vivono, oltre ad un’accurata osservazione e raccolta di informazioni che potrebbero essere non riconoscibili da un professionista con poca esperienza in questo ambito, al fine di garantire una valutazione che sia il più precisa e personalizzata possibile.

Noi in Studio Frame ci occupiamo e siamo specializzate nella diagnosi e nel trattamento più all’avanguardia sull’ADHD femminile, la nostra formazione è di alto livello e continua, attraverso i canali più aggiornati e autorevoli che si occupano di ADHD in Italia e nel mondo. 

Il nostro approccio diagnostico, clinico e terapeutico rivolto a sostenere donne ADHD è radicato in competenze teorico-scientifiche solide e aggiornate a livello internazionale. E’ rispettoso, non patologizzante e inclusivo

Relazione finale

Al termine dell’iter diagnostico, volto a confermare oppure a escludere l’ipotesi di ADHD femminile, la prassi interna al nostro Studio è quella di redarre una relazione scritta finale, con il consenso della persona. 

La scrittura della relazione rappresenta per noi un punto chiave del percorso diagnostico: si tratta di un resoconto di tutti i test diagnostici somministrati per valutare un’eventuale presenza di ADHD, con tutti i relativi punteggi e spiegazioni specifiche del loro significato, con un approfondimento sui punti di forza e di vulnerabilità della persona e con una parte conclusiva in cui vengono specificati gli eventuali obiettivi specifici su cui potrebbe essere necessario continuare a lavorare insieme, suggerimenti su interventi terapeutici e strategie di gestione.

Ecco alcuni punti importanti da tenere in considerazione per quanto riguarda la relazione finale in seguito ad una valutazione ADHD:

  1. La relazione finale rappresenta uno strumento prezioso che può aiutare la persona a comprendere ancora meglio il proprio modo di essere e a riconoscere le cause sottostanti che potrebbero essere state spesso interpretate come “inadeguatezza” o “incapacità”.
  2. Tale relazione potrebbe includere anche la spiegazione di eventuale comorbilità presenti (ad esempio ansia, depressione, difficoltà nel sonno) che spesso – ma non sempre – accompagnano l’ADHD nelle donne adulte.
  3. Tutto ciò contribuisce a costruire e disegnare un piano di trattamento più mirato e personalizzato. Per esempio, se viene identificata una tendenza a procrastinare o una difficoltà nella gestione del tempo, il piano terapeutico potrà includere strategie specifiche e concrete per lavorare su queste difficoltà, ad esempio attraverso l’uso di strumenti di gestione del tempo, il rafforzamento delle abilità di autoregolazione emotiva o la condivisione di tecniche per migliorare l’autodisciplina.
  4. La relazione finale rappresenta un potentissimo strumento e punto di partenza nella direzione di una sempre maggiore auto-conoscenza e accoglienza.
  5. E’ uno strumento cruciale per orientare il trattamento e favorire un miglioramento concreto nella qualità di vita

Molte donne ADHD in questi ultimi dieci anni ci hanno raccontato di aver letto più volte la loro relazione nel corso delle diverse fasi della loro vita: ad esempio, tutte le volte in cui sentivano il bisogno di chiarire un loro dubbio su alcune loro difficoltà oppure per ricordare quanta strada avessero percorso fino a quel momento a livello di crescita, miglioramenti ed evoluzioni personali.

Altre donne ADHD ci hanno raccontato di essersi sentite “tranquille” e “accolte” nel sapere che un professionista avesse scritto nero su bianco, in modo preciso e tecnico, ma anche umano e accogliente, parte della loro storia: come una sorta di testimonianza e memoria di un tassello importante della propria vita.

Per noi è molto importante dedicare un incontro di consegna della relazione finale in cui raccontiamo e spieghiamo in modo chiaro tutto ciò che è emerso nel percorso diagnostico: crediamo, infatti, non sia sufficiente consegnare la relazione in busta chiusa o tramite e-mail.

Si tratta di una fase preziosa e importante, che merita la giusta attenzione, il giusto spazio di ascolto anche per accogliere dubbi, domande e chiarimenti che ogni persona ha il diritto di portare.

Anche in questo passaggio ci vuole cura, e noi ci siamo. 

Ho una diagnosi di ADHD, e ora?

Ricevere una diagnosi di ADHD può rappresentare un momento di confusione, senz’altro di grande cambiamento, ma anche un’opportunità per intraprendere un viaggio di autoscoperta e di crescita. 

Da un lato, potrebbe arrivare una spiegazione rispetto a comportamenti che per anni sono stati male interpretati o sono sembrati incomprensibili. Dall’altro lato, potrebbe emergere la domanda: “E ora cosa faccio?”

Quando come professioniste ci ritroviamo a comunicare una diagnosi di ADHD alle nostre pazienti, ci teniamo a rimandare, come primo aspetto, che non si è sole in questo percorso e che possono esserci molteplici strade da esplorare insieme per gestire e comprendere sempre meglio se stesse. 

Il primo importante passaggio, per noi, è accompagnare le donne adulte ADHD che richiedono il nostro supporto ad una buona accettazione della diagnosi. 

Accogliere e accettare la diagnosi ADHD può essere un processo liberatorio, che può richiedere settimane o mesi, e che permette di riconoscere che ciò che si era vissuto fino a quel momento non dipendeva da una “mancanza”, ma da un modo diverso e unico di percepire, pensare, sentire ed essere nel mondo. 

Il secondo importante passaggio, successivo ad una diagnosi, è accompagnare ogni donna ADHD nel focalizzare il percorso più funzionale e migliore, a seconda della situazione specifica e dei bisogni specifici in una determinata fase di vita.

Labirinto

Vediamo alcuni percorsi possibili:

Psicoterapia o percorsi di gruppo

Ogni anno accompagniamo e supportiamo centinaia di donne adulte ADHD in percorsi di psicoterapia individuale e in percorsi di supporto psicologico, con un approccio integrato e altamente specializzato.

Insieme lavoriamo su tecniche specifiche per migliorare la gestione del tempo, l’autodisciplina, la gestione e la regolazione delle emozioni e la risoluzione di difficoltà specifiche che si manifestano nella vita quotidiana, relazionale, familiare, formativa, scolastica e/o lavorativa.

Lavoriamo anche in modo focalizzato nella creazione di routine funzionali alla persona, aiutandola a strutturare momenti per andare a ridurre il caos e l’ansia percepita, senza sentirsi sopraffatta. 

Il lavoro sul sostegno dell’autostima e sulle risorse, sull’elaborazione di eventuali memorie traumatiche, blocchi e resistenze è parte integrante di questo processo. Nella direzione di un momento presente e futuro sempre più allineato ai desideri e ai bisogni che ogni donna ADHD sta cercando di raggiungere nella propria vita. 

Nei nostri Studi Frame, inoltre, sia in sede (Torino, Settimo T.se-TO) sia online, sono attivi percorsi in piccolo gruppo rivolti a donne ADHD e Neurodivergenti, suddivisi per fasce d’età.

I percorsi di gruppo hanno molteplici benefici tra i quali:

  • favorire l’inclusione e ridurre la sensazione di isolamento
  • crescita personale
  • supporto e condivisione reciproca
  • incremento della fiducia e dell’autostima
  • scambio di strategie e risorse 
  • favorire rete di sviluppi amicali tra le partecipanti
  • maggiore consapevolezza del proprio funzionamento in quanto donne ADHD e/o Neurodivergenti

Abbiamo a cuore la creazione di una comunità che sia inclusiva, che valorizzi l’unicità e che promuova il benessere e lo scambio tra tutte le partecipanti. 

Per questo abbiamo creato il “Percorso Edera”, all’interno di uno spazio di gruppo che saprà essere anche ambiente sicuro e attento, in cui si potranno condividere esperienze, vissuti, affrontare sfide quotidiane e riscoprire le proprie unicità, con la nostra guida. 

Quando sono necessari i farmaci per l’ADHD

In alcune situazioni, il supporto farmacologico può essere una parte importante del percorso di trattamento rivolto a donne adulte ADHD.

Questo, ad esempio, accade quando la presenza di sintomi come difficoltà di concentrazione, disorganizzazione, impulsività, stati depressivi, ansia e difficoltà nel sonno compromettono significativamente la salute e la qualità della vita quotidiana della persona, causando difficoltà in ambito lavorativo, relazionale, familiare o emotivo.

Alcuni farmaci possono essere utili per migliorare la concentrazione, ridurre l’impulsività e ristabilizzare a livello bio-chimico i ritmi circadiani, andando a regolarizzare tra i diversi parametri coinvolti anche un miglior ciclo sonno-veglia della persona. 

Tuttavia, è molto importante che una eventuale terapia farmacologica venga sempre affiancata da un supporto psicologico o psicoterapeutico specializzato in ADHD e Neurodivergenze, per affrontare al meglio le problematiche emotive e relazionali spesso associate all’ADHD.

La decisione e la possibilità di ricorrere ad un supporto farmacologico deve essere presa in accordo con un professionista sanitario, che possa valutare e monitorare caso per caso la necessità di un trattamento farmacologico specifico, anche per un tempo limitato.