
Terapia EMDR e sogni: come l’epigenetica svela le memorie transgenerazionali
Nel mio lavoro come terapeuta integrata specializzata in EMDR e neurodivergenze, ho imparato che la cura profonda passa spesso attraverso luoghi invisibili ma preziosi: i sogni e le memorie familiari.
Dietro le parole e i sintomi che emergono in terapia, c’è un filo sottile che collega il vissuto personale a quello dei nostri antenati.
La scienza dell’epigenetica ci ha mostrato come emozioni, memorie e traumi possano trasmettersi silenziosamente da una generazione all’altra attraverso modificazioni biologiche, influenzando profondamente la nostra vita psicologica e il nostro benessere.
La terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) rimane per me uno strumento chiave, ma usato in modo flessibile, adattato a ogni persona, soprattutto quando lavoro con persone neurodivergenti e ipersensibili.
Questo approccio personalizzato permette di lavorare sui livelli più profondi della psiche, dove risiedono i traumi transgenerazionali, liberando il passato per aprire al futuro.
Il nostro approccio integrato nasce dalla convinzione che ogni individuo porti con sé non solo la propria storia, ma anche quella delle generazioni che lo hanno preceduto, e che solo attraverso un lavoro rispettoso e profondo si possa sciogliere la rete complessa di eredità emotive che ci condiziona.
Traumi transgenerazionali: quando l’epigenetica incontra la psicoterapia
Spesso nei colloqui arrivano persone che portano ansie o paure che sembrano senza causa, fardelli emotivi invisibili e difficili da spiegare. Questi pazienti descrivono sensazioni di oppressione, sensi di colpa inspiegabili, o paure che non trovano correlazione con eventi della loro vita personale.
La ricerca scientifica in epigenetica comportamentale ha ormai chiarito che il trauma non è solo un’esperienza personale da elaborare, ma può incidere su come i nostri geni si esprimono attraverso modificazioni epigenetiche, senza cambiare la sequenza del DNA.
Questi meccanismi rappresentano una vera e propria “memoria biologica” del trauma.

Come i traumi si trasmettono attraverso le generazioni
Questi cambiamenti epigenetici modulano la memoria, il sistema emotivo e la risposta allo stress, creando un ponte biologico tra il vissuto degli antenati e la nostra esperienza attuale.
Pensiamo, ad esempio, ai figli e nipoti di sopravvissuti a guerre, genocidi o gravi tragedie collettive: spesso manifestano sintomi da stress post-traumatico senza aver vissuto direttamente quegli eventi. I loro corpi e le loro menti “ricordano” attraverso marcatori epigenetici trasmessi dai genitori e ancor prima dai nonni.
Se vuoi approfondire il tema dell’epigenetica e delle sue applicazioni terapeutiche, ti consiglio di leggere anche il nostro articolo su epigenetica e scrittura autobiografica.
Riconosci questi pattern nella tua storia familiare? Se sogni ricorrenti o ansie inspiegabili ti accompagnano, potrebbe essere il momento di esplorare le tue radici emotive.
Il ruolo dei sogni nell’elaborazione delle memorie familiari
Nel percorso terapeutico, ascoltare i sogni e le emozioni dei pazienti ci permette spesso di scoprire legami familiari profondi, svelando come il dolore del passato continui a vivere, ma possa essere trasformato.
Durante le sessioni, chiedo sempre ai pazienti di raccontarmi le storie familiari, anche quelle apparentemente insignificanti o tramandate solo in frammenti. Spesso emergono pattern ricorrenti: lutti non elaborati, segreti familiari, migrazioni forzate, perdite improvvise che si ripetono con modalità simili attraverso le generazioni. Questi nodi irrisolti cercano una via d’uscita, e i sogni diventano uno dei canali privilegiati attraverso cui il nostro inconscio ci mostra ciò che va liberato.
Il lavoro con i sogni in terapia permette di accedere a queste memorie transgenerazionali in modo delicato ma profondo.
Neurodivergenza e ipersensibilità: quando la sensibilità diventa una risorsa
Tra i miei pazienti, molte donne e uomini neurodivergenti mostrano un’intensissima sensibilità sensoriale ed emotiva. Questa caratteristica, pur essendo talvolta fonte di disagio nella vita quotidiana, è per molti un dono unico che merita di essere riconosciuto e valorizzato. Per comprendere meglio cosa significa essere neurodivergenti, puoi leggere il nostro approfondimento su neurodivergenze: cosa significa e come riconoscerle. Essa permette di captare segnali sottili e intuizioni profonde, che si riflettono vividamente nei sogni.
Le persone ipersensibili percepiscono il mondo con un’intensità che altri difficilmente comprendono: i rumori sono più forti, le luci più abbaglianti, le emozioni altrui vengono assorbite come spugne. Questo può risultare estenuante nella vita quotidiana, ma rappresenta anche una straordinaria risorsa quando viene riconosciuta e valorizzata.
Nel contesto della terapia EMDR, questa sensibilità diventa una porta d’accesso privilegiata all’inconscio e alle dinamiche familiari più profonde, permettendo un lavoro terapeutico particolarmente efficace.

EMDR personalizzato: un approccio integrato per persone ipersensibili
Quando emergono blocchi traumatici – di origine personale o familiare – utilizzo la terapia EMDR come strumento fondamentale per accompagnare la liberazione di antiche sofferenze. L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing è una tecnica psicoterapeutica validata scientificamente che facilita l’elaborazione di ricordi traumatici attraverso la stimolazione bilaterale alternata.
Flessibilità terapeutica e tecniche di radicamento
La terapia EMDR non è mai rigida nel nostro approccio poiché l’obiettivo non è forzare un processo, ma accompagnarlo nel rispetto dei tempi individuali. Per approfondire l’importanza della regolazione del sistema nervoso, leggi il nostro articolo su come allenare la regolazione attraverso respiro, movimento e frasi-àncora. Ogni persona ha una sua velocità di elaborazione, e rispettarla è fondamentale per un lavoro efficace e duraturo.
Inserisco anche l’uso di oli essenziali specifici durante il lavoro, per sostenere un ritorno al corpo e a una condizione di sicurezza profonda. Gli aromi lavorano sul sistema limbico creando àncore sensoriali positive che il paziente può poi riutilizzare nella vita quotidiana come strumento di autoregolazione emotiva.
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La scienza conferma: quando EMDR, epigenetica e sogni si incontrano
La neuropsicoendocrinoimmunologia (PNEI) ci fornisce oggi una chiave importante per comprendere la complessità della relazione tra sensibilità neurodivergente, sogni e regolazione fisiologica. Gli studi recenti evidenziano come sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario dialoghino costantemente, influenzando drasticamente le nostre percezioni, la qualità del sonno e l’intensità dei sogni.
Questo campo di ricerca interdisciplinare ci mostra come mente e corpo siano inscindibilmente connessi.
Non esiste un trauma puramente psicologico
Ogni esperienza difficile lascia tracce nel corpo, alterando la produzione di ormoni dello stress come il cortisolo, modificando la risposta immunitaria, influenzando i neurotrasmettitori che regolano umore e sonno.
Ricerche recenti hanno dimostrato che la terapia EMDR può avere effetti biologici diretti sui marcatori epigenetici, in particolare sulla metilazione del DNA, andando oltre la semplice riduzione dei sintomi.
Questo significa che l’EMDR non solo allevia i sintomi traumatici, ma può effettivamente modificare i marcatori biologici trasmessi attraverso le generazioni, interrompendo la catena del trauma transgenerazionale.
Le persone con funzionamento neurodivergente
In particolare, nel funzionamento neurodivergente, c’è un’attivazione maggiore del sistema nervoso autonomo e delle aree cerebrali emozionali, che determina una risposta amplificata a stimoli anche minimi.
Questa iperattivazione non solo alimenta la loro straordinaria forza percettiva e soggettiva, ma si riflette anche nella vita onirica, rendendo i sogni un territorio privilegiato per l’esplorazione di traumi e memorie familiari non ancora elaborate.

Durante il sonno REM – fase in cui si concentrano la maggior parte dei sogni – si verifica un’intensa attività di consolidamento della memoria e di elaborazione emotiva.
Nelle persone ipersensibili, questa attività è particolarmente amplificata, rendendo i sogni straordinariamente vividi, simbolici e carichi di contenuti che richiedono di essere compresi e integrati attraverso un lavoro terapeutico specifico. Per chi vuole approfondire il legame tra sonno e neurodivergenze, consiglio la lettura del nostro articolo su autismo e disturbi del sonno e quello su ADHD e disturbi del sonno.
Lavorare con i sogni in terapia significa quindi operare contemporaneamente su più livelli interconnessi: psicologico, simbolico, neurologico e persino immunologico.
La risoluzione di contenuti traumatici attraverso l’EMDR e l’elaborazione onirica porta a miglioramenti misurabili non solo nei sintomi psicologici, ma anche nella risposta immunitaria e nel benessere fisico generale.
I sogni nei bambini: educare all’ascolto interiore fin dall’infanzia
Come madre, ho avuto modo di osservare le dimensioni profonde e ricche del vissuto onirico nelle mie figlie. Da quando ho iniziato la pratica quotidiana di chiedere alle mie figlie se ricordavano i sogni, ho visto aprirsi un universo fatto di racconti e immagini incredibili, che spaziano tra paure, desideri e intuizioni delicate.

Perché è importante parlare di sogni con i bambini
I bambini hanno un accesso più diretto e spontaneo al mondo onirico rispetto agli adulti. Non hanno ancora sviluppato i filtri razionali e le difese che spesso ci impediscono di ricordare o di dare importanza ai sogni. Ogni mattina, con curiosità genuina, le mie figlie mi raccontano di avventure fantastiche, di incontri con personaggi immaginari, ma anche di elaborazioni di eventi quotidiani che le hanno colpite emotivamente
Incitare i bambini a ricordare e narrare i sogni è educativo e terapeutico: aiuta a sviluppare consapevolezza emotiva e un senso di sicurezza con le proprie emozioni. Questo allenamento rappresenta un modo per coltivare fin da piccoli un dialogo interno e un’intelligenza emotiva che saranno preziosi compagni lungo tutta la vita.
Insegnare ai bambini a dare valore ai propri sogni significa anche trasmettere il messaggio che il loro mondo interiore è importante, degno di attenzione e rispetto.
Significa aiutarli a sviluppare quella che Jung chiamava la “funzione simbolica”, cioè la capacità di leggere il linguaggio dell’inconscio e di utilizzarlo come risorsa per la crescita personale.
Un bambino che impara a dialogare con i propri sogni diventa un adulto più consapevole, più in contatto con se stesso e con maggiori strumenti per affrontare le sfide della vita.
Qual è la vita reale? Un invito a una riflessione
Con i miei pazienti provo spesso a provocare questa riflessione profonda: tra la vita vissuta da svegli e quella osservata nel sogno, quale rappresenta la realtà? La trama è intricata: sogno e veglia si intrecciano, si riflettono e si parlano continuamente.
Nella tradizione occidentale siamo abituati a considerare il sogno come un’illusione, un sottoprodotto dell’attività cerebrale notturna privo di vera sostanza. Ma culture antiche e tradizioni sapienziali di tutto il mondo hanno sempre riconosciuto ai sogni una realtà propria, talvolta considerata addirittura più autentica della realtà diurna.
Riconoscere e integrare queste due dimensioni apre la porta a una nuova linea di cura, in cui il sogno non è più fuga o illusione, ma esperienza reale e trasformativa.
Nel lavoro terapeutico, i sogni diventano alleati preziosi: ci mostrano dinamiche inconsce, ci rivelano risorse nascoste, ci guidano verso soluzioni creative che la mente razionale non avrebbe mai trovato.
Ascoltare i sogni significa ampliare il campo della coscienza, includendo quella vasta area della psiche che opera al di fuori della consapevolezza ordinaria ma che influenza profondamente pensieri, emozioni e comportamenti.
La connessione tra sogno e veglia è particolarmente importante quando consideriamo i ritmi circadiani e come influenzano il benessere psicofisico.
Un invito al viaggio personale e alla cura
Se ti sei riconosciuto in questo racconto, sappi che esiste uno spazio in cui tutto questo trova ascolto e può fiorire.
Con un approccio integrato, attento e personalizzato, puoi trasformare la tua sensibilità e i tuoi sogni in alleati preziosi per una vita più serena e autentica, fatta di consapevolezza e accoglienza. Il percorso terapeutico non elimina la sensibilità, ma la trasforma da peso a risorsa, insegnando a gestirla e a valorizzarla come dono prezioso che apre porte percettive ed emotive precluse a molti.
Fonti scientifiche
Cristina Selvi, 2024, Neurodivergenza e neurodiversità
Lionetti F. et al., 2021, Frontiers in Psychiatry
Aron E.N. et al., 2020, Personality and Individual Differences
Acevedo B.P. et al., 2023, Journal of Neurological Sciences
Smolewska K.A. et al., 2021, Dreaming
Jagiellowicz J. et al., 2022, Neuropsychologia
SINPIA, 2024-2025, Il sonno nei disturbi del neurosviluppo

