ADHD e disturbi del sonno: cause e rimedi per dormire meglio

La notte in movimento, ADHD e importanza del sonno
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Nel corso degli anni, ci è capitato spesso di incontrare bambini, adolescenti e adulti e adulte ADHD che ci confidano quanto sia difficile, per loro, dormire bene. A volte il problema viene minimizzato o attribuito a semplici cattive abitudini. Ma chi vive davvero queste difficoltà sa che non si tratta solo di “andare a letto tardi”.

Il legame tra ADHD e disturbi del sonno è profondo, complesso e, soprattutto, reciproco: dormire poco o male può amplificare i sintomi dell’ADHD, e l’ADHD stesso può ostacolare un riposo sereno. Comprendere questa connessione è un primo, fondamentale passo per prendersi cura di sé (o dei propri figli) in modo più consapevole.

Sveglia, lo scandire del tempo quando non si dorme

Perché il sonno è cruciale per chi è ADHD

Un sonno ristoratore è importante per tutti, ma per chi è ADHD può davvero rappresentare un’ancora di equilibrio.

Secondo la medicina funzionale e integrata, il sonno non è soltanto un momento di riposo, ma un processo attivo di rigenerazione neurofisiologica: è durante il sonno profondo che il cervello ripulisce le tossine, regola il sistema immunitario e ricalibra i circuiti neuronali implicati nella regolazione dell’umore, dell’attenzione e dell’impulsività.

Anche l’osteopatia sottolinea l’importanza di un corretto ritmo sonno-veglia nel mantenimento dell’equilibrio del sistema nervoso autonomo. Trattamenti osteopatici specifici possono supportare la regolazione del sistema simpatico e parasimpatico, aiutando il corpo a ritrovare un ritmo più naturale e favorendo la qualità del riposo notturno.

Sonno e autoregolazione

Dormire bene significa avere più risorse per affrontare le emozioni che ci attraversano, per gestire gli impulsi che spesso arrivano improvvisi, e per mantenere la concentrazione durante la giornata.

In studio ce ne accorgiamo facilmente: bastano un paio di notti agitate perché bambini solitamente collaborativi diventino più reattivi, disorganizzati, a volte persino in difficoltà nel relazionarsi con gli altri.

Effetti della privazione di sonno

Tipo di effettoDescrizione
Breve termineAumento dell’irritabilità, calo dell’attenzione, impulsività
Lungo terminePeggioramento delle funzioni esecutive, calo del rendimento scolastico/lavorativo, alterazioni dell’umore
Notte di stelle

Quanto sono frequenti i disturbi del sonno in chi è ADHD

I numeri parlano chiaro: circa il 70% dei bambini ADHD presenta almeno un disturbo del sonno. Negli adulti, la percentuale si aggira intorno al 50%. Non si tratta quindi di un’eccezione, ma di una condizione molto comune e, per questo, da non trascurare. Ne esistono due sottotipi:

  • ADHD iperattivo/impulsivo: più frequenti difficoltà ad addormentarsi e sonno agitato.
  • ADHD inattentivo: più comuni i risvegli notturni e la sonnolenza durante il giorno.

I disturbi più comuni

Tra i disturbi più diffusi troviamo la difficoltà ad addormentarsi (nota anche come sleep onset insomnia), i risvegli notturni frequenti, la sindrome delle gambe senza riposo, l’inversione del ritmo sonno-veglia e un sonno agitato o non ristoratore.

Le cause dei disturbi del sonno associati all’ADHD

Le cause possono essere tante e spesso si intrecciano tra loro. Tra le più frequenti:

  • Iperattività cognitiva: la mente continua a correre anche quando il corpo è stanco
  • Ansia e comorbidità: presenti in molti casi, rendono difficile lasciarsi andare al sonno
  • Farmaci stimolanti: possono interferire con l’addormentamento, se assunti in orari non adeguati
  • Squilibri neurochimici: alterazioni nei livelli di melatonina e dopamina possono ostacolare il naturale ritmo sonno-veglia

Dal punto di vista neuropsicologico, molti bambini e adulti ADHD mostrano un funzionamento alterato del sistema nervoso autonomo: la predominanza del sistema simpatico (quello dell’allerta e dell’attivazione) ostacola l’ingresso in uno stato di rilassamento necessario al sonno.

Tramonto e cielo notturno. Dormire è fondamentale in un funzionamento ADHD

“Dopo una notte in cui ha dormito bene, mio figlio è come un altro bambino. Più paziente, più sorridente, riesce persino a raccontarmi com’è andata la giornata”.

Diagnosi e monitoraggio dei disturbi del sonno in soggetti con ADHD

Strumenti utili

  • Diario del sonno: tenere traccia delle abitudini aiuta a individuare pattern
  • Actigrafia: uno strumento semplice, simile a un orologio, che registra i movimenti notturni
  • Polisonnografia: utile quando si sospettano disturbi specifici, come apnee o movimenti involontari

Il ruolo della rete

Genitori, insegnanti e professionisti possono collaborare per osservare i comportamenti e costruire un quadro più completo. A volte basta confrontarsi per accorgersi di quanto il sonno stia davvero influenzando il benessere quotidiano.

Strategie per migliorare il sonno nei soggetti con ADHD

Approcci comportamentali: Stabilire orari regolari per andare a dormire e svegliarsi aiuta a sincronizzare il ritmo biologico. Una routine serale rassicurante, ripetuta ogni sera, può facilitare la transizione verso il sonno. Tecniche di rilassamento come la respirazione lenta o il body scan sono molto utili, così come ridurre l’esposizione agli schermi almeno un’ora prima di andare a letto.

Terapie non farmacologiche: oltre agli approcci psicologici più strutturati, come la cronoterapia (indicata nei casi di ritmi sonno-veglia invertiti) e la CBT-I (terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia), esistono altri strumenti non farmacologici che possono favorire un riposo più sereno.

Supporto psicologico: può aiutare a sciogliere ansie legate al momento dell’addormentamento, paure notturne o vissuti emotivi che interferiscono con il sonno.

Medicina integrata: propone anche terapie complementari come la riflessologia plantare, che agisce su punti specifici collegati al sistema nervoso, oppure l’agopuntura, spesso efficace per riequilibrare il flusso energetico e facilitare l’ingresso in uno stato di rilassamento profondo.

Trattamenti osteopatici: possono rivelarsi utili per ridurre l’iperattivazione del sistema nervoso autonomo, migliorando così la qualità e la continuità del sonno nei soggetti con ADHD.

Igiene del sonno: creare un ambiente favorevole al riposo, con luci calde e un’atmosfera tranquilla, è fondamentale. Evitare la presenza di dispositivi elettronici in camera aiuta a limitare le interferenze con il sonno. Anche nei fine settimana è importante mantenere ritmi il più possibile regolari.

Donna che dorme sul divano. Sonno disturbato ADHD

Attività fisica e regolazione del sonno

Il movimento aiuta a “scaricare” l’energia in eccesso e a favorire l’addormentamento. L’attività all’aperto, in particolare, stimola la produzione di serotonina e migliora il ritmo circadiano.

Anche discipline come lo yoga o gli esercizi di respirazione profonda si rivelano preziosi strumenti per preparare corpo e mente al riposo.

Dal punto di vista della medicina integrata, pratiche corporee come il Tai Chi e il Qi Gong sono considerate particolarmente efficaci per il loro effetto regolativo sul sistema nervoso centrale. Questi approcci lenti, ritmati e consapevoli aiutano a riequilibrare le funzioni neurovegetative, riducendo l’iperattività mentale e facilitando il passaggio a uno stato di rilassamento profondo. Sono adatti a tutte le età e possono essere introdotti con facilità nella routine serale, anche in famiglia.

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Rimedi naturali

In un’ottica di medicina integrata, anche altri rimedi naturali possono offrire supporto. I risultati, seppur ancora limitati, di studi recenti che hanno esaminato l’efficacia dell’integrazione di agenti botanici o integratori alimentari con trattamenti farmacologici convenzionali o altri rimedi fitoterapici, indicano che un approccio terapeutico combinato potrebbe rappresentare una strategia promettente nella gestione dell’ADHD.

Come sempre, è fondamentale che l’utilizzo di questi integratori avvenga sotto supervisione di un professionista esperto in fitoterapia o medicina funzionale, in modo da valutare interazioni, dosaggi e reali necessità individuali.

Acchiappasogni

Supporto per famiglie, insegnanti e caregiver

Affrontare i problemi legati al sonno è più semplice quando non si è soli. In studio, spesso accompagniamo le famiglie in un lavoro condiviso con insegnanti, educatori e altri specialisti. A volte, basta armonizzare le strategie quotidiane per vedere cambiamenti significativi.

Esistono anche gruppi di sostegno e risorse informative pensate per offrire strumenti concreti a chi vive l’ADHD ogni giorno, dentro e fuori casa.

Quando rivolgersi a uno specialista

Ci sono segnali da non ignorare: – insonnia persistente da più di tre settimane – comportamenti notturni insoliti o preoccupanti – peggioramento del benessere psicologico o delle performance scolastiche/lavorative

In questi casi, il supporto di una rete di specialisti (neuropsichiatra, pediatra, psicologo del sonno) può fare una grande differenza.

FAQ – Domande frequenti su ADHD e sonno

Gli stimolanti peggiorano il sonno?
Talvolta sì, soprattutto se presi nel pomeriggio. Il medico può aiutare a trovare il dosaggio e l’orario più adatti.

La melatonina può essere usata a lungo termine?
È consigliabile utilizzarla per periodi brevi e monitorati. Serve a “riabituare” il corpo a un ritmo più regolare.

È normale che mio figlio con ADHD dorma meno?
È frequente, ma non deve diventare un ostacolo alla serenità quotidiana. Se il sonno è disturbato, è importante intervenire.

Come distinguere un problema transitorio da un disturbo del sonno?
Se dura più di tre settimane o tende a ripetersi nel tempo, meglio approfondire.

Dormire bene è un gesto di cura. Per chi ha l’ADHD, è molto più che un semplice bisogno fisiologico: è un vero strumento di equilibrio e benessere. Con ascolto, pazienza e supporto, si può costruire insieme un nuovo ritmo. E, con il tempo, anche notti più serene.